Be-Wizard, punti interrogativi sul food

Se il venerdì mattina del #BeWizard 2016 è stato un bel mix di filosofia digitale (Zanzottera), contenuti (Sweezey sopra tutti, ma anche Gary Angel e il Country Manager Italia BlaBlaCar Andrea Saviane) e di suggestioni visionarie (with our compliments to mr. Peter Fisk), il pomeriggio ha lasciato un po’ più a desiderare.

Avevo pianificato di seguire la sessione Advanced Marketing Automation, per mettere alla prova la resistenza dei miei residui neuroni analogici, e pure la Business mi tentava, ma alla fine problemi di sovraffollamento mi hanno dirottato verso la sezione Digital Food Marketing. Poco male per i nostri lettori, perché di altre relazioni ci racconterà con competenza e passione Laura Boesso.

Dico subito che mi hanno pienamente soddisfatto solo le relazioni iniziale e finale di Mauro Rosati e Marco Pasi. Rosati con slide anche graficamente molto curate ha mostrato quanto debba al digitale l’affermazione – ormai diventata moda – del cibo di strada nel nostro paese. Pasi invece ha esposto una ricerca Confesercenti sull’importanza dei media digitali nel settore della ristorazione. Interessante anche l’esposizione di Sonia Massari sul food design e le quattro tappe dell’evoluzione del food delivery.

Nulla da dire sulla dignità delle altre esperienze presentate, la Federazione italiana cuochi con la relativa squadra nazionale, la formidabile rete di Slow Food Italia e FICO, la Fabbrica Italiana Contadina di nuova generazione by Eataly World. Però un conto è presentare un’esperienza nel settore agroalimentare con risvolti anche nei nuovi media, un conto – ed è quello che ci si aspetterebbe in un contesto come il Be-Wizard – è esporre elementi di metodo, approcci innovativi, strumenti digitali che a partire da casi specifici possono diventare utili anche per chi non si occupa di food.

Se poi, come è capitato a me, senti un relatore affermare che «nella nostra iniziativa ci sono anche strumenti moderni e multimediali, ma io non sono il più indicato a raccontarli perché sono ancora molto analogico», la domanda «ma allora che cosa ci fai qui al Be-Wizard?» sorge spontanea…

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