Come acquistare il materasso migliore, storia di un’esperienza di acquisto

«Ma abbiamo fatto un’ora di strada sotto la pioggia per venire in questo buco?». Non era entusiasta Ione in quella domenica di fine novembre. Ormai da due mesi lei era alla ricerca di un nuovo materasso matrimoniale, considerato che il nostro ormai aveva superato qualche lustro di vita, e nella sua ricerca aveva setacciato tutti i maggiori rivenditori del padovano. Anche il giorno prima avevamo visitato un’esposizione molto ampia, annessa a una fabbrica di materassi, ed eravamo stati presi in consegna da un commerciale di grande mestiere, spavaldo ma anche simpatico, senza peraltro trovare il prodotto che cercavamo.

Ma non era per il fatto di aver esaurito tutti i rivenditori del circondario che avevamo scelto di metterci in strada per Thiene, nell’alto vicentino, in quella piovosa domenica di novembre. È che a un certo punto a furia di consultare cataloghi e listini prezzi la confusione aumentava e non mi era molto chiaro da dove partire per fare una buona scelta. Così, andando in cerca di risposte in rete, sono stato attirato dal blog dolcesonno.it che dava l’idea di essere indipendente, nonostante il valore piuttosto discontinuo e a volte marchettaro dei vari contributi. Sfogliando dolcesonno.it mi ha colpito soprattutto uno degli utenti, SchienaX Thiene. Da una parte per la competenza, dall’altra per il fatto di qualificarsi come “Autore di Metodo SchienaX, primo libro per scegliere il materasso”.

Approfondisco e scopro che Schienax ha una presenza digitale di rilievo. Il sito internet anzitutto, peraltro piuttosto semplice, con le classiche pagine Perché sceglierci / Marche / Prodotti / Testimonianze / Contatti, ma soprattutto con un blog in cui si fa tanta cultura del sonno (e altrettanta SEO), con titoli del tipo “Miglior materasso per chi soffre di reflusso gastrico o gastroesofageo”, “Come dormire in gravidanza”, “Dimensioni del letto matrimoniale, singolo e piazza e mezza: come scegliere la misura giusta per te”, “I miti da sfatare sui materassi in lattice, memory foam e molle insacchettate”. Tanta e tanta informazione corretta, non immediatamente orientata alla vendita. Vedo poi che SchienaX è anche su Facebook e Twitter.

Ma soprattutto, scopro, SchienaX è un canale Youtube con varie decine di video, realizzati ogni lunedì dall’inventore dell’omonimo metodo Luca Maculan, tutti con un formato riconoscibile, in cui Maculan ci mette puntualmente la faccia, sempre orientati all’informazione e non immediatamente alla vendita, con ricchi testi a corredo (altra SEO) e i giusti link a sito e social. È un piccolo ecosistema su Youtube coltivato per anni, per cui se si cerca semplicemente “materassi” su Youtube, Maculan tiene testa a concorrenti di qualche ordine di grandezza superiori come Ikea o Permaflex. Ottimo biglietto da visita.

A maggior ragione, quella domenica pomeriggio, rimango stupito anch’io come Ione che il punto vendita sia simile a tanti altri che avevamo visto fino ad allora, anzi piuttosto piccolo. In negozio non ci sono altri clienti, Maculan si presenta e comincia a farci un discorso molto articolato, partendo da lontano, chiedendo quali sono le nostre esigenze (qualche ernia più o meno latente e ben distribuita tra i coniugi), ma chiarendo soprattutto i criteri con cui scegliere il materasso, le tecnologie presenti sul mercato (memory foam, lattice, molle insacchettate, molle tradizionali), mostrandoci un modello di colonna vertebrale, rispondendo puntualmente ad ogni domanda. Anche nell’approccio personale, come in quello digitale, l’atteggiamento è quasi più quello del divulgatore scientifico che del simpatico venditore che avevamo incontrato il giorno prima, si resta a lungo sui criteri generali e non passano meno di quaranta minuti prima di provare un materasso. «Sarà perché in negozio c’eravamo solo noi», penso, ma in realtà poi scopro che anche questo fa parte del metodo: a ogni cliente viene dedicata almeno un’ora.

Alla fine usciamo senza aver fatto acquisti ma con un cofanetto-cadeau (nella foto) comprendente, oltre a caramelle e un pendaglietto in ceramica, la “Guida al benessere della tua schiena”, la brochure “Riposa nel miglior modo”, alcune testimonianze di clienti, un foglio con “Le cinque informazioni importanti per la tua scelta” e soprattutto l’ormai noto “Metodo SchienaX”, definito come “il primo libro in Italia per scegliere il tuo materasso (perché un materasso non vale l’altro)”. E quindi ancora una volta tanta tanta informazione di qualità.

Chiarito che scrivo questo post qualche settimana dopo aver acquistato il materasso, quindi in forza della sola esperienza di cliente soddisfatto (peraltro in una marca di punta, non quella che abbiamo scelto noi, il negozio di Thiene non era neanche il più competitivo sul prezzo rispetto ad altri negozi fino ad allora visitati), rimarrebbero varie cose da dire. SchienaX esempio sottolinea molto la propria caratteristica di negozio multimarca, ha un dialogo intenso con i suoi fornitori per creare prodotti con caratteristiche esclusive, ha una cura particolare della fase di consegna e di post-vendita.

Con Maculan poi ho avuto modo di fare un’altra chiaccherata il giorno in cui ha consegnato il materasso a casa mia. Mi interessava capire come è nata questa strategia, se c’era qualcuno che gliela curava (in realtà fa quasi tutto da solo, video compresi, ha allestito un mini studio di produzione in casa), com’era nata l’idea del libro, se i fatturati hanno risentito in positivo di tutto questo sforzo (e pare proprio di sì). Un dialogo da cui ricavo soprattutto tre elementi: la presenza digitale costante nel corso degli anni, la strategia che vede nei video e in Youtube il proprio cardine, l’aspirazione a diventare punto di riferimento del settore non con una politica commerciale aggressiva ma fornendo alle persone i criteri per orientarsi nelle scelte. Fattori che fanno la differenza non solo nel mondo dei materassi. E che nell’universo digitale possono portare un piccolo rivenditore a competere alla pari con i giganti.

«Fisiatri digitali» al congresso mondiale

Social Media and the Medical Rehabilitation Scientific Societies, The experience of the Italian Society of Physical and Rehabilitation Medicine (SIMFER) è il titolo della relazione presentata dal presidente Simfer Paolo Boldrini, e realizzata assieme a lui da Mauro Zampolini, Stefano Bargellesi e Francesca Gimigliano, all’undicesimo congresso mondiale ISPRM (The International Society of Physical and Rehabilitation Medicine) di Buenos Aires il primo maggio 2017.

Il presidente Simfer ha messo in risalto la svolta in termini di comunicazione effettuata da Simfer nel 2016, con un investimento sui new media e il coinvolgimento di professionisti esterni, oltre che dei “fisiatri digitali”, un consistente gruppo di medici fisiatri che si mettono alla prova con le nuove forme di comunicazione.

Ecco il video della relazione girato da Mauro Zampolini (verticale perché impiegato per la diretta Facebook).

E queste invece sono le slide presentate a Buenos Aires dal presidente Boldrini (cliccare sull’immagine per scaricare le slide).

Come difendersi dalle bufale in tema di salute

Visto il tema di interesse generale, vi propongo un articolo che ho scritto per il blog della Simfer, la Società italiana di Medicina fisica e riabilitativa.


La regina d’Inghilterra che può uccidere Trump con una spada, il pin del bancomat da digitare all’incontrario come allarme per la polizia, smartphone e occhiali di marca venduti a un solo euro. E non parliamo degli appelli per donare il sangue a persone inesistenti, o perfettamente guarite da anni. Bufale, in una parola. La rete, da potentissima occasione di informazione in tempo reale, appare sempre più un veicolo altrettanto potente di informazioni poco o per nulla fondate.

Non si parla qui di siti satirici e francamente assai godibili come lercio.it, con le sue stralunate, e perciò incredibili e riconoscibilissime, invenzioni («Ditta italiana vince l’appalto per la costruzione del muro con il Messico: sarà pronto nel 2070»). Ci sono decine di siti civetta, ripresi puntualmente dai social network, che emulano nel nome testate autorevoli. Basta un attimo di disattenzione e si diventa vittima di Il Corriere della Notte, Il Matto Quotidiano, Il CoRiere (con una “r” sola) della Sera, L’Osservatore politico, LaNozione (con la “o”) o di Libero Giornale e delle loro balle spacciate per verità.

Ma a cosa e a chi servono le bufale? La goliardia non c’entra. A volte servono a portare traffico su determinati siti internet, non raramente infettati da virus. Altre volte a creare allarme sociale su temi quali l’immigrazione. A volte a portare acqua al mulino, in attività 24 ore su 24, del complottismo e delle sue fantasiose tesi. Disinformazione, allarmismo, vere e proprie truffe: ce n’è per tutti i gusti.

Come difendersi dalle bufale? Ogni tanto ad esempio non fa male consultare siti quali Bufale.net, Butac.it (nel quale trovare anche una infinita black list di siti, blog e profili social inattendibili), Attivissimo.net.

Ma prima ancora, il consiglio più semplice è: difendetevi dalla rete con la rete. Leggete una notizia che non vi convince del tutto? Fate copia-incolla su Google e nel 95% dei casi già dai primi risultati potrete verificare se i conti tornano oppure no. Metodo ottimo, peraltro, anche per le tentate truffe telefoniche. Googlate il numero sospetto et voilà, scoprirete che decine o centinaia di persone prima di voi hanno fatto la stessa spiacevole esperienza.

Quando poi le bufale (o le post-verità, suona più elegante ma il significato è sempre quello) invadono il delicato territorio della salute, le cose si fanno ancor più gravi. Se n’è parlato a Roma il 26 gennaio scorso, al workshop “E-health tra bufale e verità: le due facce della salute in rete”, in cui Peter Schulz, uno dei massimi esperti in materia, ha proposto un vero e proprio decalogo – lo riportiamo qui sotto – per difendersi da queste panzane propinate ai danni della nostra salute.

Eugenio Andreatta, giornalista e responsabile comunicazione Simfer

 

COME DIFENDERSI DALLE BUFALE SULLA SALUTE

Il decalogo proposto al convegno di Cittadinanzattiva

  1. Occhio alle fonti: è necessario prestare la massima attenzione all’estensore delle informazioni di cui stiamo usufruendo. Da privilegiare le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute ed affidabili. Le affermazioni che non fanno riferimento a fonti attendibili sono sempre da prendere con il beneficio del dubbio
  2. Forum e blog: scenario del dibattito virtuale, in cui vengono raccontate esperienze personali – sono fonti particolarmente insidiose perché suscitano empatia ma non è detto abbiano affidabilità scientifica.
  3. Controlliamo le date: La tempistica della diffusione di informazioni è cruciale per la sua efficacia: è buona norma controllare la data di pubblicazione (dovrebbe essere sempre presente) dei contenuti che stiamo consultando. Anche informazioni su terapie o allarmi, corrette al momento della pubblicazioni alcuni anni fa, potrebbero non essere più attuali
  4. Non cerchiamo solo conferme: Attenzione al funzionamento dei motori di ricerca e… della nostra mente! Se ricerchiamo determinate parole ci verranno restituite pagine che le contengono, orientando i risultati ed influenzandoci. Da non sottovalutare il meccanismo di funzionamento di motori di ricerca e social network: il web ci propone, in prima battuta, informazioni che ricalcano le nostre ricerche precedenti.
  5. Attenzione a cosa percepiamo di quanto leggiamo: Bisogna tenere presente che tendiamo a prestare maggiore attenzione e a riporre maggior fiducia nelle informazioni in linea con quanto già sappiamo o crediamo. Un altro meccanismo psicologico da considerare è l’effetto della paura nella percezione delle informazioni: quando cerchiamo sul web dei sintomi (veri o presunti) siamo propensi a dare maggiore credito a informazioni “negative” suggestionati dai nostri timori rispetto ad una malattia
  6. Non vergogniamoci di chiedere: Nella comunicazione con il medico è importante chiedere di non parlare rapidamente o con termini troppo tecnici. E nel caso in cui alcune informazioni non dovessero essere chiare, è sempre possibile chiedere al medico di ripetere una seconda volta, eventualmente concentrandosi su uno o due punti chiave
  7. Non andiamo da soli dal medico: Farci accompagnare da qualcuno nelle visite più importanti può aiutare a migliorare la comprensione di quanto detto dal medico e a comprendere correttamente le azioni che dobbiamo intraprendere. Diminuisce la soggezione psicologica
  8. Ripetiamo quello che abbiamo capito: prima di congedarci dal medico può essere utile ripetere quello che si è capito rispetto alla patologia e al percorso di cura ipotizzato. Avremo la conferma di aver ben capito, fisseremo meglio nella memoria quanto appreso e saremo più attenti nel seguire le indicazioni
  9. Capire a cosa servono i farmaci che si prendono aiuta a seguire le indicazioni del medico rispetto alla loro assunzione. Se necessario, fare domande al medico sui rischi e benefici delle indicazioni ricevute finché non si comprendono bene le risposte
  10. La medicina personalizzata: le informazioni aiutano a prendere decisioni in maniera consapevole ma diffidiamo da quei siti che ci dicono come curarci e privilegiamo quelli che ci dicono in base a quali criteri devono essere assunte le decisioni mediche. L’informazione disponibile sul web non potrà mai essere pensata per il singolo paziente che deve sempre confrontarsi con un professionista da cui ricevere le informazioni e le cure adatte alla sua condizione.